Sesso online

Riporto una riflessione di Umberto Galimberti intorno al sesso on line, come elemento di un più vasto mercato culturale intento alla mistificazione dei contenuti sociali. Dal libro ‘le cose del amore’ 2004 Feltrinelli

dove attraverso le definizioni di sensazioni e sentimenti avviene la manipolazione intellettiva e la mercificazione dell’immagine per aggiornare il mercato e codificare il controllo culturale. Il discorso del libro è molto più ampio, ma ricostruito una sintessi dei passaggi sul argomento. (-:

Una definizione di desiderio come qualcosa di scorretto, sfuggente, contrario al discorso amoroso

“….. Il desiderio, infatti, non sa cosa vuole. E’ un atto infondato che trova insopportabile ogni gesto della ripetizione volto a confermare se stesso. …. Di qui il successo dell’amore on line. La fantasia di scatenare il proprio desiderio con una persona che non c’è o non è accessibile, con l’estraneo misterioso, offre non solo la possibilità di esplorare il proibito e il precario, ma anche l’opportunità di fantasticare sul proibito e sul precario da un luogo più sicuro rispetto alle nostre relazioni reali, nelle quali non intendiamo permettere a noi stessi di destabilizzarci. ….”

perché attraverso la seduzione della nudità del corpo avviene un furto

“… La stessa nudità del corpo, che pretende di essere emancipata e progressista, lungi dal trovare la naturalezza al di là degli abiti, dei tabù e della moda, passa accanto al corpo come equivalente universale dello spettacolo delle merci, per scrivere i suoi segni univoci, che si evidenziano nel linguaggio dei bisogni indotti e dei desideri manipolati. … il desiderio ormai codificato non si riferisce tanto agli oggetti, quanto alle immagini molto più ampie che, grazie alla seduzione, gli oggetti acquistati suggeriscono. E spesso sono solo queste ultime a essere consumate. Ma l’immagine è parola rubata e restituita. Solo che, come ci ricorda Roland Barthes: «La parola che ci viene riportata non è più interamente quella sottratta. Nel riportarla non la si è messa esattamente al suo posto». Questo rapido furto, questo breve momento di una falsificazione è l’effetto mistificatorio della seduzione, che intrappola il corpo messo in scena sul registro dell’immaginario. ….”

furto dove il corpo e la sua immagine è una nuova merce da vendere

“… A questo sistema di «liberazione» dà man forte tutta quella letteratura sul corpo che lo mobilita non per una manifestazione delle sue potenzialità espressive, ma per un’emancipazione programmata in vista di uno sfruttamento più razionale e sistematico. E così, paradossalmente, questa «scoperta del corpo», che si vuole presentare come premessa per la sua liberazione, è utilizzata per liquidare il corpo in quello spazio unitario e omogeneo che è il sistema economico e la sua produzione. Questa, non più interessata al corpo come forza lavoro, ne sfrutta, attraverso la seduzione, la forza del desiderio, allucinandolo con quei bisogni da soddisfare, quali la bellezza, la giovinezza, la salute, la sessualità, che sono poi i nuovi valori da vendere. Mobilitato nello spettacolo della seduzione, il corpo diventa quell’istanza gloriosa, quel santuario ideologico in cui l’uomo consuma gli ultimi resti della propria alienazione. …”